Il futuro e il passato della lettura. Nuovi metodi d’indagine per nuove prospettive, Bookcity 2021

Report di Angelica Cremascoli e Giovanni D’Antoni

All’interno della ricca cornice dell’iniziativa Bookcity alla Statale, il 18 novembre 2021 ha avuto luogo un appuntamento traboccante di spunti e suggestioni su un tema tanto complesso quanto affascinante: il mondo della lettura come pratica culturale e sociale che non conosce confini di tempo o di spazio. Si tratta di un campo di ricerca piuttosto recente, pertanto non ancora dissodato a dovere in termini di analisi, ragion per cui risultano preziose e particolarmente benvenute pubblicazioni come quelle qui presentate, in grado d’illuminare nuove angolature di un’indagine ad ampio raggio e di respiro internazionale.

Ad avviare e a moderare l’incontro è Elisa Marazzi, docente di Storia della stampa e dell’editoria presso l’Università degli Studi di Milano, che, con una citazione di Mary Hammond, mette subito a fuoco il concetto fondante degli studi sulla lettura, vale a dire il fatto che le modalità di fruizione e appropriazione di un testo variano a seconda dei tempi, dei luoghi, delle circostanze e dei contesti sociali, nonché del sistema di valori e di significati dei lettori. «La lettura ha una storia» ci ricorda Marazzi, citando questa volta il celebre storico del libro Robert Darnton, che nel 1986 sottolineava l’esigenza di coordinare studi, iniziative e competenze al fine di approfondire e incoraggiare l’analisi storiografica della pratica della lettura. Una pratica che, sebbene volatile e non sempre rintracciabile mediante le fonti tradizionali, offre un nuovo punto di vista non solo sugli autori e le loro opere, ma anche sulle società del passato e del presente, e il cui studio richiede approcci pluridisciplinari e globali.

Il primo libro presentato è Lire en Europe. Textes, formes, lectures (XVIIIe-XXIe siècle), curato da Lodovica Braida e Brigitte Ouvry-Vial (Rennes, PUR, 2020). Lavoro che, come ci ricorda Braida, docente di Storia della stampa e dell’editoria all’Università degli Studi di Milano e presidente del centro APICE (Archivi della Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale), nasce a venticinque anni dalla pubblicazione di Storia della lettura nel mondo occidentale di Guglielmo Cavallo e Roger Chartier, punto di riferimento per gli studi del settore e prova tangibile che, dall’esortazione di Darnton, sono partite molte ricerche proficue nell’ambito della lettura e delle comunità di lettori. Lire en Europe è un volume multidisciplinare che s’inserisce in tale contesto dialettico, raccogliendo i contributi di diciotto studiosi e restituendo una vasta panoramica delle fonti e delle problematiche metodologiche connesse a un tema così complesso. Il suo orizzonte temporale va dal Settecento ai giorni nostri e si articola attraverso tre tematiche: le trasformazioni sociali, politiche, economiche che definiscono nuove modalità di lettura; l’individuazione di nuove tipologie di lettori da parte degli editori, e il modo in cui le caratteristiche materiali delle edizioni condizionano la fruizione delle stesse. Quello della lettura è un gesto che non ha attraversato i secoli senza evolversi. Come ogni pratica culturale, infatti, ha conosciuto continuità e fratture talvolta dovute ai cambiamenti tecnologici, altre volte a condizionamenti sociali. Alcuni dei momenti di svolta evocati, per esempio, riguardano il passaggio dalla lettura “intensiva” a quella “estensiva”, dalla lettura ad alta voce a quella silenziosa, oppure la distinzione, sempre attraverso concetto binario, tra lettura “veloce” e lettura “immersiva”, definizioni e terminologie che vengono conservate anche negli studi sulla lettura digitale, la frontiera di ricerca più attuale, nonostante la necessità sempre più prepotente di un nuovo linguaggio. L’opera curata da Braida e da Ouvry-Vial propone quindi una riflessione retrospettiva sui momenti più significativi nella storia della cultura scritta e della sua trasmissione in Europa, senza separare la materialità del testo scritto dalla storicità del lettore, e mantenendo una stretta correlazione tra l’analisi dei testi, l’esame delle forme attraverso le quali i testi sono trasmessi e lo studio delle letture cui sono sottoposti. L’intento, e il monito, è quello di studiare la lettura anche «fuori dal libro», mappandone con accuratezza caratteristiche e tipologie di condizionamento.

A questo punto la parola passa a Damiano Rebecchini, docente ordinario di Letteratura russa presso l’Università degli Studi di Milano, il quale ci presenta l’opera curata da lui e da Raffaella Vassena, Reading Russia. A History of Reading in Modern Russia (3 voll., Milano, Ledizioni, 2020). Da sempre gli studiosi e critici della cultura russa hanno prestato molta attenzione ai testi e ai loro autori, ma si sono spesso dimenticati dei lettori. Colmando un vuoto mai riempito finora, i tre corposi volumi fanno finalmente luce sugli incontri tra i russi e i loro testi preferiti. Reading Russia costituisce, infatti, il primo tentativo di rappresentare sistematicamente l’evoluzione della lettura in Russia dal Settecento ai nostri giorni, un’operazione che ha coinvolto ben trentuno studiosi, in un alternarsi di capitoli panoramici d’inquadramento generale e di capitoli più dettagliati e ravvicinati, contenenti specifici case studies. Procedendo con un andamento cronologico, il primo volume descrive la lenta evoluzione della lettura tra la fine del XVII e l’inizio del XIX secolo. Durante il regno di Pietro il Grande, i cambiamenti interessarono inizialmente un numero limitato di lettori provenienti dagli ambienti di corte, dal mondo ecclesiastico, dall’alta aristocrazia e dall’Accademia delle Scienze, che consideravano la lettura un potente mezzo di regolazione della condotta del popolo. Fu solo con il programma di ammodernamento inaugurato da Caterina la Grande che le trasformazioni cominciarono a prendere piede: la nascita degli editori privati e l’allargamento della diffusione delle traduzioni portarono presto alla formazione di un primo ristretto pubblico di lettori tra le file della nobiltà, caratterizzato da una crescente rispondenza ai modelli europei e dalla sua progressiva emancipazione dalle pratiche culturali tipiche del mondo ecclesiastico e di corte. Il secondo volume prende in esame l’evoluzione della lettura nel lungo Ottocento (1800-1917), in particolare in relazione all’emergere di nuove pubblicazioni di narrativa e di attualità: romanzi, da un lato, e quotidiani, settimanali e diari dall’altro. Il volume esamina come le trasformazioni economiche e sociali, il progresso tecnologico e lo sviluppo dell’industria editoriale in atto in Russia abbiano portato progressivamente a una significativa espansione del pubblico dei lettori. Allo stesso tempo, in parte a causa dell’influenza delle nuove politiche di lettura della letteratura nelle scuole, vi fu una maggiore standardizzazione culturale della società russa. Infine, il terzo volume prende in considerazione i cambiamenti più recenti (e rapidi) della lettura, concentrandosi su due momenti profondamente trasformativi: la rivoluzione bolscevica del 1917 e la rivoluzione digitale degli anni ’90. In questa sede, ci si concentra sull’analizzare il modo in cui le trasformazioni politiche del primo Novecento e quelle tecnologiche dell’inizio del XXI abbiano influito sui gusti, le abitudini e le pratiche di lettura del pubblico russo, osservando da vicino come i lettori russi si sono adattati o abbiano resistito ai mutamenti di paradigma nella comunicazione e nell’interpretazione.

Infine, con Francesca Benatti, docente presso The Open University (Regno Unito) e ricercatrice sia in Digital Humanities sia in Storia della letteratura, veniamo catapultati all’interno dell’avveniristico progetto Read-IT (Reading Europe Advanced Data Investigation Tool) condotto da un consorzio di cinque università europee. Si tratta di un cantiere sperimentale di ricerca e sviluppo transnazionale e interdisciplinare, avviato nel 2018, mirante a proporre una collaborazione tra scienze umane e informatica per sviluppare strumenti atti allo studio della lettura. Read-IT ci proietta nel futuro della ricerca in discipline umanistiche, studiando la lettura come fenomeno che fa parte del patrimonio culturale europeo tramite una metodologia inedita che combina alla pratica storiografica tradizionale la partecipazione del pubblico e la ricerca automatizzata sulle fonti disponibili online. Oltre alle «Digitised Humanities» capaci di offrire la digitalizzazione di fonti materiali del passato, incluse le fonti per lo studio della lettura, scopriamo il ben diverso e più ricco carattere delle «Humanities of the Digital», in grado di aprire la disciplina allo studio di contenuti e fenomeni digitali del presente (compresi commenti e post sui social) riguardanti la lettura. Benatti ci spiega il contributo offerto dalle Digital Humanities nell’ambito di due livelli di ricerca: da una parte un piano “macro” attraverso l’analisi di migliaia – ma in futuro milioni – di testimonianze di lettura (come i commenti da piattaforme di lettura digitale); dall’altra, un piano “micro” («assisted close reading») delle esperienze di specifici lettori. Nella pratica, gli strumenti sviluppati e messi a disposizione da Read-IT sono diverse tipologie di piattaforme, da quelle incentrate sull’annotazione delle esperienze di lettura (manuale o automatica mediante etichette prestabilite) a quelle che promuovono il crowd-sourcing, modalità di ricerca in cui a essere veicolata e valorizzata è la collaborazione sociale, attraverso una raccolta dati per cui vengono coinvolti direttamente gli utenti. Dimostrazioni di come le Digital Humanities non costituiscano “minacce” o “surrogati”, bensì preziose alleate della storia del libro e della lettura, e di come strumenti sperimentali di questo genere possono essere utili per catturare e analizzare la lettura sia storica sia contemporanea (dai diari ottocenteschi fino ai webcomics) lavorando al fianco degli studiosi con un pubblico più ampio di lettori di tutti i livelli sociali e culturali.

L’intervento conclusivo rivela come lo sguardo della ricerca sia già proiettato verso un futuro concreto, in grado di ereditare i paradigmi tradizionali dello studio sulla pratica della lettura e trasformarli in tecniche e teorie d’approccio innovative, in un percorso di continuità col passato in grado di rispondere in modo agile e creativo agli stimoli di un panorama digitale in costante e frenetica evoluzione.

Link all’evento: https://unimi2013-my.sharepoint.com/:v:/g/personal/elisa_marazzi_unimi_it/ETXSf9JvG2xAuP-d0kM1TiMB30YIBM6C4Klku4tqxcJCug