Catherine Fletcher, Il libro nero del Rinascimento, Garzanti, Milano, 2022

Il Rinascimento, dal punto di vista artistico, culturale, religioso e politico, ha da sempre suscitato un profondo interesse essendo considerato dai più un periodo di passaggio dall’età medievale alla prima età moderna. Ciò ha fatto sì che venissero prodotte molte monografie su tale epoca, le quali hanno cercato di ricoprirne più aspetti possibili. In particolare, il territorio italiano è stato considerato la culla di questa rinascita e innovazione, di queste profonde trasformazioni nella società e nella cultura.

Questa produzione storiografica sul Rinascimento italiano è stata arricchita da un nuovo testo pubblicato nel giugno 2022 (I edizione inglese: 2020), dal titolo Il libro nero del Rinascimento, di Catherine Fletcher, docente alla Manchester Metropolitan University e studiosa della prima età moderna, del periodo rinascimentale italiano e di public history; già autrice di Diplomacy in Renaissance Rome (Cambridge University Press), The Black Prince of Florence: The Spectacular Life and Treacherous World of Alessandro de’ Medici (Oxford Press University) e Queenship and Counsel in Early Modern Europe (Springer).

Nella sua edizione originale inglese il titolo, The Beauty and the Terror: An Alternative History of the Italian Renaissance, esplica già quelle che sono le intenzioni dell’autrice, ovvero proporre un testo che verte sulle relazioni tra la bellezza rinascimentale, prendendo in esame l’attività di uomini d’arme,  artisti, letterati, cortigiani e mecenati, e il loro essere immersi nel contesto in cui vissero e operarono – l’Italia rinascimentale -, un periodo pressoché ininterrotto di guerre, lotte di fazione, cambi improvvisi di potere, intrighi di corte, devastazione e inquietudini religiose. Sta proprio nella narrazione del connubio tra questi due aspetti, – bellezza e terrore -, che si comprende quindi l’utilizzo del termine “storia alternativa” scelto dall’autrice e posto nel titolo dell’edizione inglese. Fletcher, ben consapevole che per far rivivere la cultura rinascimentale si trascurano frequentemente trauma e inquietudine della società da cui essa emergeva oppure la si fa coincidere con una narrazione distorta piena di intrighi e nefandezze, decide invece di considerarla nella sua totalità, quasi come fosse «un vaso di Pandora” che, perfino quando libera ogni sorta di male nel mondo, comunque conserva la possibilità di una speranza» (p.403).

Catherine Fletcher sviluppa la narrazione su tre livelli: il primo è il livello geopolitico, il secondo è quello delle istituzioni, degli Stati e dei gruppi sociali e, il terzo, quello dei singoli attori che presero parte agli avvenimenti. In ogni capitolo viene quindi descritto il contesto in cui accaddero gli avvenimenti, chi ne prese parte e i singoli attori più importanti, nonché coloro che si ritrovarono a subire le conseguenze di tutto ciò. Figure come Machiavelli, Savonarola, Alessandro e Cesare Borgia, Guicciardini, Giuliano della Rovere e molte altre sono quindi analizzate venendo collocate nella società dell’epoca e non venendo estrapolate ed estraniate da essa; le loro opere e vicende sono inserite nel loro contesto, evidenziando come esse influenzarono la società stessa. 

Il volume, che si compone di ventisei capitoli più un’introduzione e un epilogo, copre un arco temporale piuttosto vasto di quasi due secoli, partendo dal secolo XV e arrivando alla seconda metà del secolo XVI, interrompendosi nel 1571, anno della battaglia di Lepanto. La narrazione segue il fil rouge delle Guerre d’Italia che compone quindi la cornice entro cui si svolgono le vicende prese in esame dalla Fletcher, la quale evidenzia come il perenne stato bellico della penisola abbia influenzato non solo gli avvenimenti politici, ma in maniera profonda anche il suo aspetto culturale. L’ambiente rinascimentale italiano però non è limitato dai suoi confini geografici: il volume indaga infatti anche i rapporti, ad esempio a livello commerciale, che i vari Stati della penisola ebbero con il Nuovo Mondo, con le entità politiche dell’Asia più remota o con l’Impero ottomano, non tralasciando anche l più vicine monarchie europee, la Francia dei grandi sovrani rinascimentali come Francesco I, l’impero di Carlo V e l’Inghilterra di Enrico VIII. Nel testo quindi il concetto di rinascimento italiano non sottostà a una limitazione di tipo spaziale, bensì è considerato come un fenomeno sviluppatosi anche grazie e attraverso lo scambio e il dialogo al di fuori dei confini geografici, con altri popoli, culture e religioni.

Tra i capitoli trattanti gli avvenimenti bellici in stile quasi manualistico, vi sono anche parti riguardanti tematiche di ricerca specifiche, come la storia della diplomazia, la storia culturale, la storia della stampa, quella di genere, quella religiosa e quella della scienza. Sono ad esempio dedicati interi capitoli alle innovazioni tecnologiche e scientifiche applicate all’impiego bellico, alle figure femminili in posizioni di potere, all’Inquisizione, alla pornografia rinascimentale, alla diplomazia e all’etichetta nelle corti e all’arte, al fine di fornire un quadro il più completo possibile su tale periodo. In questa fitta narrazione si ritrovano citati e analizzati nomi più o meno celebri di singole figure, casate e famiglie, con approfondimenti non di tipo meramente biografico, ma inerenti al loro contributo nella società in cui vivevano. Un ruolo fondamentale nel testo, come anche nel periodo rinascimentale, è ricoperto dalle vicende della Curia Romana, fautrice di politiche dinastiche, belliche, diplomatiche e religiose, che viene analizzata mettendone in luce non tanto l’aspetto teologico, ma la capacità di inserirsi nelle questioni temporali della propria epoca, provando a operare un rinnovamento interno tanto auspicato nei secoli precedenti. La centralità dell’Italia nel conflitto europeo e nella sua risoluzione in circa ottant’anni rese la penisola un crogiolo di idee in ambito politico e culturale.

Il testo, ricoprendo un così vasto arco temporale e una così ampia serie di tematiche, non può essere considerato una monografia di tipo specialistico, bensì una monografia più generale sul rinascimento italiano. Si tratta di un volume indirizzato non tanto agli ambienti accademici quanto al grande pubblico, pur presentando un ampio e corposo apparato bibliografico e di note nella parte finale del volume, utilizzabile come suggerimento di approfondimento sulle varie tematiche analizzate nel libro in maniera piuttosto generale. Sintomatico, probabilmente, della scelta del target di lettori è sia la scelta sensazionalistica del titolo, così nell’edizione in italiano che in quella in inglese, sia la scelta di porre dopo un terzo del libro e verso la conclusione una decina di pagine plastificate recanti immagini e ritratti a colori dell’epoca, probabilmente al fine di frammentare la narrazione che, altrimenti, sarebbe stata ininterrotta per quattrocento pagine, risultando troppo pesante per un pubblico non specialistico.

Il volume della Fletcher può quindi essere considerato come un punto di partenza: un testo che fornisce una prima infarinatura generale su quello che fu il Rinascimento italiano, il contesto geopolitico in cui nacque, si sviluppò e progredì. Il volume analizza i principali protagonisti e le istituzioni, evidenziando il costante dialogo con la società, il modo in cui essi la influenzarono plasmandola e, a loro volta, ne vennero influenzati e plasmati.

Ariel Giuliano